Astensione dal referendum sulle Trivellazioni. Perché è importante NON votare

trivelle_referendum_fronte_si_disonestoAll’inizio pensavo di non parlarne sul mio blog personale. Si tratta più che altro di un blog tecnico, le discussioni politiche, le polemiche, sono cose marginali in questo blog. Ma ormai ho aperto gli occhi e mi sono reso conto che l’Italia sta prendendo una brutta piega per mille motivi diversi. Alcuni tra questi sono dovuti alle persone che voteranno Si, facendolo per malafede o per ignoranza bella e buona.

Non è sufficiente dire sempre no, opporsi sempre a quello che viene fatto dai politici, dalle multinazionali, dai privati. Un atteggiamento disfattista a tutti i costi senza informarsi non porta a niente di buono. In questo referendum che è stato fatto sulla base della disinformazione e per provocare soltanto il male dello Stato, della nostra povera nazione già tormentata, abbiamo l’obbligo morale di NON votare.

Abbiamo l’obbligo morale di sfruttare il legittimo strumento dell’astensione per impedire che venga compiuto l’ennesimo scempio basato sul populismo. Sull’invidia, sul dire sempre no, sul gridare senza motivo e sull’opporsi a tutto e a tutti purchè lo si possa fare! Purché io abbia il diritto di rompere le scatole alla gente, anche se mi faccio un danno da solo!
A tutto questo bisogna dire NO. Ma visto che il referendum lo voteranno praticamente solo quelli che non hanno capito niente di quello di cui parla, andando a votare sì, bisogna sfruttare assolutamente lo strumento dell’astensione. Che è uno strumento sacrosanto e legittimo, con pari dignità all’andare a votare sì o no.

Perché si tratta di una scelta attiva, non si tratta di lavarsene le mani. Si tratta di scegliere di boicottare questa assurda farsa dannosa per tutti noi. Perché non è giusto, in primo luogo, che si chieda ai cittadini di legiferare in merito a faccende tecniche delle quali non possono capire niente.

All’Italia intera conviene che il quorum non si raggiunga. Il problema è che tutti quelli che voteranno si, o non hanno studiato a livello accademico il problema delle rinnovabili, o quelli che confondono metano con petrolio o addirittura se ne fregano dei posti di lavoro, dell’inquinamento e dei costi dell’importare nuova energia da altri paesi (che si arricchiranno grazie a queste stupidaggini populiste)…

Sono la maggioranza. Come sempre, la gente che non sa, non è addetta ai lavori, non ha studiato, si è fatta convincere senza approfondire dalle immagini dei gabbiani sporchi di petrolio (??), questa gente è la maggioranza.

È sbagliato chiedere su cose tecniche di questo livello l’opinione della gente della strada.
Fareste un referendum per chiedere alla popolazione quanto devono essere spessi i pilastri di un nuovo edificio? Che senso ha?
Quindi è sbagliato in partenza. Il diritto al voto non c’entra niente: non si esercita il voto popolare alla grande fratello su questioni tecniche di questi livello

Io ho parlato con decine di persone che sono favorevoli a votare sì, ma di queste nessuno è riuscito mai a portarmi un dato oggettivo, un singolo motivo che non sia inventato o completamente di fantasia per cui valga la pena votare sì e impedire alle stazioni petrolifere o di gas che già ci sono di continuare il loro mandato fino a esaurimento delle risorse.

Di solito il principale problema è proprio a livello di disinformazione, cioè queste persone sono convinte che per esempio le piattaforme di estrazione gas inquinino. Quelle più erudite! È che la maggior parte della gente in generale è convinta che stiamo parlando di danni ambientali spaventosi, nuove trivellazioni per scovare il petrolio, tante cose del genere che non c’entrano assolutamente niente con il referendum.

Poi ci sono quelli che mi hanno spiegato che pur sapendo tutto, conoscendo la realtà dei fatti, essendo istruiti, sono convinti di votare sì perché in questo modo metteranno la nazione con le spalle al muro e, di fronte alla prospettiva di perdere più del 30% delle nostre risorse energetiche, pensano di smuovere gli animi e di spingere verso l’adozione di nuove energie rinnovabili.

Della serie: buttiamo il fumo nella tana, prima o poi gli animali dovranno scappare fuori. Ovvero, ci vogliono fare male da soli, anche se sono essi stessi italiani, convinti che in questo modo i politici ci sentiamo obbligati a investire nella ricerca sulle rinnovabili. Ovviamente sappiamo tutti come funziona l’Italia: alziamo le tasse e basta per far fronte alla spesa dovuta alla mancanza di risorse autoctone.

E fine ci sono i peggiori individui, i più abbietti. Quelli come il tizio della chat qui di fianco. Persone che sanno di mentire e disinformano in modo seriale, programmato. Spammano su internet cartelli di Facebook con gabbiani in mezzo al petrolio (si parla quasi solo di gas e non c’è mai stato un incidente petrolifero in italia, con le piattaforme) e lo fanno SAPENDO di mentire. Perché si sentono dei redivivi Pirandelli, perché il fine giustifica i mezzi, per questi pazzi al limite del criminale.

Se non sapere cosa votare, ora sapete come si comporta chi vi dice di votare SI ed è erudito in merito all’argomento. Ovvero, chi crede che pur di farvi votare si come tanti automi analfabeti, valga la pena riempirvi il cervello di balle, sapendo di farlo. Guardatevi da questa gente e ragionate con la vostra testa. Ne va del futuro energetico del paese, ne va del posto di lavoro di tantissime persone e ne va della vostra sanità intellettuale.

In fine, se siete ancora in dubbio, vi basta leggere il Reality Check di BUTAC, Bufale un tanto al Chilo, un sito web d’informazione che si occupa, da molto tempo, di fare un ottimo lavoro di debunking, spiegando alla gente comune perché e come la si sta prendendo in giro. In questo caso, ovviamente, potete scoprire tutte le menzogne e le balle dei supporter del SI. La cosa migliore, è non permettere che questo indegno referendum ottenga il quorum. Mancano pochi giorni, vi prego: diffondete! Sia verbalmente che sui social. Aiutate gli indecisi a capire.

Trivelle: Reality Check sugli argomenti del referendum

In moltissimi ci avete chiesto un parere sul referendum abrogativo del 17 aprile e dato che manca poco è giunta l’ora. Tendenzialmente quando si affrontano questi argomenti è cosa buona avere qualcosa da raccontare e in molti lo hanno fatto.

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